12 Ottobre 2025 – Ingresso di don Daniele

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Saluto alla comunità del nuovo Parroco

Carissimi fratelli e sorelle,

desidero che questo momento – previsto dalla liturgia – non sia soltanto l’occasione per rivolgervi un saluto formale – pur doveroso in un momento come questo – ma che diventi piuttosto uno spazio di intimità, in cui possa aprirvi il mio cuore e condividere con voi ciò che lo abita.

Vedete carissimi – prima di agire o di parlare – dobbiamo tutti imparare a stare in silenzio davanti a Dio, perché è lì – nella preghiera – che si forma il discepolo.

In quest’ultimo periodo ho cercato di fare questo, chiedendo al Signore la grazia del discernimento, per accogliere nel modo migliore quello che la Chiesa – nella persona del Vescovo – mi chiede.

Guardandomi dentro, il sentimento che emerge in primo luogo dal cuore – silenzioso ma intenso – è la gratitudine, che voglio condividere con Voi.

Sono grato anzitutto al Signore, che mi ama da sempre, che mi ha chiamato a seguirlo e servirlo nel Ministero Sacerdotale e che – oggi – mi dona la grazia di iniziare, insieme a Voi, questo nuovo tratto di cammino, come vostro Parroco.

Un dono – questo – che accolgo certo con trepidazione, ma anche con tanta fiducia, mettendomi e mettendovi nelle mani di Cristo, Pastore dei pastori.

Sono grato a monsignor Vescovo per l’affetto paterno e la fiducia che ha riposto in me, affidandomi questo incarico.

Sono grato a ciascuno di Voi per la bella accoglienza, per i vostri sguardi curiosi e interrogativi – carichi di attese – ma soprattutto pieni di carità fraterna: sguardi benevoli, sorrisi accoglienti, che ho incrociato prima – mentre, emozionato, percorrevo la navata di questa Chiesa – e che mi hanno rincuorato.

Sono grato a chi mi ha accompagnato qui oggi, dimostrando con la propria partecipazione la bellezza di una fraternità evangelica e di una presenza che sostiene.

Ringrazio in particolare:

  • I tanti confratelli sacerdoti;
  • Il sindaco di Bornasco e gli altri sindaci presenti (il luogotenente comandante della stazione dei Carabinieri di Siziano-Bornasco-Zeccone);
  • I miei genitori, familiari e gli amici di Bereguardo, mia parrocchia di origine;
  • i fedeli della Parrocchia di Sant’Alessandro Sauli in Pavia, dove ho iniziato – come diacono – il mio ministero ordinato;
  • gli amici della vicina Parrocchia di Zeccone, con la quale – proprio per desiderio del Vescovo – inizieremo una sempre più stretta sinergia pastorale;
  • ultimi, ma voi lo sapete bene – non di certo per importanza – i fedeli della Parrocchia del SS. Salvatore in Pavia, dove ho svolto il mio ministero negli ultimi tre anni, e che mi hanno accompagnato fin qui.

Oltre alla gratitudine c’è poi un secondo sentimento che abita il mio cuore; già ve l’ho anticipato: è la trepidazione.

Si tratta cioè di un sentimento che sta a metà – come sospeso – tra le opposte sollecitazioni della speranza e del timore, per questa nuova esperienza che iniziamo insieme.

Ebbene la vostra presenza numerosa, i vostri volti luminosi mi sollevano e mi incoraggiano: sappiamo bene che il Signore affida la sua Chiesa non solo a noi preti, ma a tutti i battezzati.

Ognuno di voi, di noi, ha ricevuto una vocazione, un dono, un compito.

Io sono qui come Vostro Pastore, per annunciare la Parola, per celebrare i Sacramenti, per guidare con Carità.

Ma senza di Voi – carissimi – senza la vostra fede, senza la vostra passione, senza la vostra amicizia sincera e la vostra presenza collaborativa, il mio ministero sarebbe monco e la nostra comunità non potrebbe vivere autenticamente nella gioia del Vangelo.

Vi chiedo dunque di aiutarmi.

Camminiamo insieme, sostenendoci a vicenda: solo così potremo scoprire e realizzare ciò che il Signore vuole da noi.

Il Signore infatti non chiede mai qualcosa in astratto, ma sempre in concreto: qualcosa da realizzare in questo tempo, qualcosa da costruire in questo luogo… qui ed ora, a Bornasco e a Gualdrasco!

Avremo certamente bisogno di tenerci stretti a Gesù, di lasciarci guidare dalla sua Parola e di affidarci a Lui nella preghiera.

Questa bella Chiesa che oggi mi accoglie è dedicata alla Madonna Assunta.

La scelta di questa dedicazione – fatta dai nostri padri tanti anni fa, quando costruirono questo edificio – la leggo, la interpreto come un segno, come un bell’invito a guardare – oggi e sempre – a Lei, alla nostra Madre.

Guardare alla Madonna, “Assunta in Cielo”, per contemplare la bellezza di ciò che Dio sogna per ciascuno di noi: una vita accolta, custodita, trasformata dall’amore… fino a fiorire lassù, nella pienezza del Cielo, nella piena comunione con Dio.

Alla Vergine dunque affido me stesso, il mio servizio fra di Voi e – poi Voi tutti con le vostre famiglie, e in particolare i fratelli e le sorelle infermi, sofferenti, oggi assenti fisicamente ma spiritualmente presenti e uniti a noi nella comunione della preghiera: Maria Assunta ci aiuti tutti a tenere il nostro sguardo fisso su Gesù – senza paura e senza affanno – e così, passo dopo passo, giorno dopo giorno, cammineremo insieme.

Amen.

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